10 libri che ogni vagabondo dovrebbe leggere

Vado per sentieri da molti anni, e fin da adolescente mi sono appassionato a libri di viaggio ed esplorazione. La letteratura è piena di grandi camminatori, reali o immaginari che siano. Molti dei più grandi pensatori della nostra storia amavano camminare per trovare l’ispirazione giusta o schiarirsi i pensieri: da Omero a Eschilo, da Rousseau a Emerson, da Muir fino ad Chris McCandless. Il patto tra pensiero e cammino è tanto antico quanto la letteratura stessa: una passeggiata può facilmente diventare una storia, e non c’è sentiero che non abbia qualcosa da raccontare. In questo articolo vorrei presentarti i 10 libri di viaggio che più di tutti mi hanno spinto verso una condizione disgraziata di nomadismo attivo.

Indice dei contenuti

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1. John Steinbeck, Furore

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2. J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli

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3. Bill Bryson, Una passeggiata nei boschi

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4. John Krakauer, Into the wild

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5. Cheryl Strayed, Wild

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6. John Steinbeck, In viaggio con Charley

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7. John Muir, La mia prima estate sulla Sierra

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8. Alfred Lansing, Endurance

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9. Knut Hamsun, Vagabondi

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10. J.J. Rousseau, Le passeggiate del sognatore solitario

1. Furore, di John Steinbeck

 

Data pubblicazione: 1939

Editore: The Viking Press

Valore 1° edizione:  15-30 mila euro

Pietra miliare della letteratura americana e simbolo della Grande Depressione, Furore racconta l’odissea della famiglia Joad e di altre migliaia di contadini americani, sfrattati dalle loro proprietà oramai rese aride dalla siccità, in penosa marcia verso la prospera California sulla leggendaria Route 66, l’amica dei vagabondi.

Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell’uomo contro l’ingiustizia, Furore è di certo il libro che amo di più e che più di ogni altro mi ha ispirato.

66 è la strada dei popoli nomadi, in fuga dalla polvere e dalla terra che inaridisce, dal deserto che avanza lentamente, dalla trattrice degli avari latifondisti, dai venti devastatori e dalle inondazioni che invece di arricchire il suolo lo defraudano della poca ricchezza che ancora possiede.

2. Il Signore degli Anelli, di J.R.R. Tolkien

 

Data pubblicazione: 1954

Editore: George Allen and Unwin

Valore 1° edizione:  20 mila euro 

Il capolavoro di Tolkien non è solo una magistrale opera di fantasia dalla poetica intensa, ma anche e soprattutto un’incredibile avventura a piedi. Forse il più lungo cammino della storia della letteratura: anche se qualcuno ha provato a speculare sulla distanza percorsa da Frodo e Sam per arrivare a Mordor, io ho sempre pensato che fossero migliaia e migliaia di chilometri.

Quando l’ho lessi per la prima volta, da adolescente, rimasi colpito dal pan di via, più nutriente di qualsiasi cibo umano, e senza dubbio più gradevole. Come sarebbe bello potersi mettere nello zaino un poco di pane elfico ogni tanto.

Soffia il Vento del Sud, da dune e scogliere, dal Mare.

con voce tremante, e porta fin qui del gabbiano il gridare.

Che nuove dal Sud per me, o vento che spiri fremendo?

Dov’è Boromir il Bello? Tarda, e ansioso lo attendo.

3. Una passeggiata nei boschi, di Bill Bryson

 

Data pubblicazione: 1997

Editore: Doubleday

Valore 1° edizione:  800 euro 

Se pensi di approcciarti per la prima volta ad un thru-hike, un trekking di lunga durata, beh questo è il libro da cui dovresti partire.

All’età di quarantaquattro anni Bill Bryson, assieme dell’amico Stephen Katz – decisamente sovrappeso e fuori forma – si cimenta nell’impresa di percorrere il leggendario Appalachian Trail. Nessuno di loro ha la minima cognizione delle norme elementari di sopravvivenza nella natura selvaggia, e il trail viene affrontato e raccontato con divertita incoscienza, tra spassosi contrattempi, bufere di neve, nugoli di insetti spietati, incontri con animali selvatici e con l’improbabile umanità che popola il sentiero.

Oltre a sganasciarti dalle risate, alla fine della lettura, avrai di certo capito se un avventura come l’Appalachian Trail fa per te oppure o no.

Epico.

Presentivo spaventato che si profilava una conversazione relativa all’equipaggiamento da campeggio.

“E allora, cosa ti ha spinto ad optare per uno zaino Gregory” disse lui.

“Beh ecco, ho pensato che sarebbe stato più pratico che portarmi tutto tra le braccia.”

4. Into the Wild, di John Krakauer

Data pubblicazione: 1996

Editore: Villard, New York

Valore 1° edizione:  1,000 euro 

Ecco la banalità, starete pensando. Credetemi, ho letto almeno 50 libri che parlano di avventure a piedi. Eppure, il racconto della vita di Alexandr Supertramp mi ha influenzato tantissimo sin dalla sua prima pubblicazione Corbaccio nel 2007, dieci anni dopo la prima pubblicazione negli Stati Uniti.

Sono passati 30 anni dalla morte di Chris McCandless nel Denali Park, alle pendici del monte McKinley. C’è chi lo ritiene un mito, simbolo estremo di libertà e autodeterminazione, chi invece pensa sia stato solo un incosciente, che ha pagato con la vita il proprio disgusto dalla società consumista e materialista in cui era immerso e che desiderava provare l’esperienza di vivere completamente immerso nella natura.

Io ho impiegato molti anni per farmi una idea, e forse solo la recente traduzione del libro della sorella di Chris (potete comprarlo qui) mi ha fatto definitivamente prendere una posizione. Quello di cui però sono certo, è che durante l’avventura più faticosa e gratificante della mia vita da backpacker, il Pacific Crest Trail, di ragazzi e ragazze con lo stesso spirito di Chris ne ho incontrati a decine.

Vivere soltanto vivere, in quel momento in quel luogo. Senza mappe, senza orologio senza niente.Montagne innevate, fiumi, cieli stellati.

Solo io e la natura selvaggia.

5. Wild, di Cheryl Strayed

Data pubblicazione: 2012

Editore: Atlantic

Valore 1° edizione:  200 euro 

Ok, mi tolgo anche questo dente.

Siate comprensivi e onesti: chi ha fatto il Pacific Crest Trail non può esimersi dal mettere il libro di Cheryl Strayed nella lista dei preferiti.

Ma la storia che c’è fra me e Wild è davvero particolare e prima o poi scriverò un articolo per raccontarla.

Ero in Ecuador la prima volta che sentii parlare del Pacific Crest Trail. Un sentiero che risaliva dal confine con il Messico fino al Canada? Allora mi era sembrato sciocco solo pensarlo. Certo avevo già letto Bryson sull’Appalachian Trail, ma… quello era per ridere no?

Il ragazzo canadese che mi parlò del PCT aveva con sé la prima edizione di Wild, appena uscita. Lo lessi in inglese per un paio di giorni. Rimasi folgorato da quanto la fatica potesse essere coinvolgente e terapeutica. Quello imparai da Wild, quella è la grande e semplice lezione del thru hiking. Non sono sicuro che ci sarei arrivato senza leggere questo libro.

Non so se la mia vita sarebbe stata peggiore, ma non avrei vissuto nella natura così tanto come ho fatto negli ultimi dieci anni.

Non aveva nulla a che fare con l’attrezzatura né con le calzature o la moda del trekking, niente a che vedere  neppure con il fatto di andare dal punto A al punto B. Aveva a che fare soltanto con la sensazione che ti dava stare nella natura. Con ciò che significava camminare per chilometri senza altra ragione se non vedere il succedersi di alberi e prati, montagne e deserti, torrenti e rocce, fiumi ed erba, albe e tramonti.

6. In viaggio con Charley, John Steinbeck

Data pubblicazione: 1962

Editore: The Viking Press, New York

Valore 1° edizione:  1,500 euro 

Ancora Steinbeck.

Se dovesse venirvi un sospetto, bene ve lo confesso. Steinbeck è uno dei miei scrittori preferiti.

Nel settembre 1960 un uomo oramai maturo negli ultimi anni di vita affronta un viaggio attraverso gli Stati Uniti a bordo di un furgoncino chiamato Ronzinante in compagnia del barboncino Charley. Dalle piccole cittadine alle grandi metropoli fino ai paesaggi selvaggi, nel libro si ritrova l’anima vagabonda di Steinbeck.

Nonostante non si tratti di un viaggio a piedi In viaggio con Charley è una lezione di nomadismo raccontata con superba potenza evocativa.

Non è di certo uno dei libri che troverete solitamente nello zaino di un backpacker: io l’ho scoperto solo a trentacinque anni, e avrei voluto farlo molto prima. 

Quattro rauchi fischi della sirena di una nave continuano a farmi rizzare il pelo sul collo e mettermi i piedi in movimento. Il rumore di un aereo a reazione, un motore che si scalda, persino uno sbatter di zoccoli sul selciato suscitano in me l’antico brivido, la bocca secca, le mani roventi, lo stomaco in agitazione. In altre parole non miglioro. Vagabondo ero, vagabondo resto.

7. La mia prima estate sulla Sierra, di John Muir

Data pubblicazione: 1911

Editore:Houghton Mifflin Company

Valore 1° edizione:  800 euro

Chiunque abbia mai trascorso una notte nella Sierra, nelle praterie di Tuolomne o sulle sue cime, chi si è soffermato ad ammirare il riflesso del tramonto sulle Yosemit Falls o si sia sorpreso a trattenere il respiro davanti all’immensità di El Capitan, dovrebbe considerare John Muir come un visionario e generoso nonno.

Animato da una sconfinata ammirazione per la bellezza del creato e affascinato dalla natura selvaggia, Muir, naturalista, esploratore, alpinista e pastore, ha percorso a piedi ogni centimetro di quel territorio ancora vergine della California che oggi, grazie al suo contributo, è diventato il Parco Nazionale di Yosemite.

In questo suo diario di quel viaggio solitario, all’occhio dello scienziato si sovrappone l’estasi del mistico: la civiltà non può prescindere dalla wilderness, la natura selvaggia e non corrotta.

E le aurore, le albe, l’erompere dei raggi all’orizzonte, il sole che inonda le creste, sfiora un albero dopo l’altro, ridesta, riscalda, richiama all’opera luminosa del giorno la possente schiera dormiente. E i tramonti, quando gli alberi tacciono in attesa del divino commiato del giorno.

Sacra, perenne, indistruttibile ricchezza.

8. Endurance. L’incredibile viaggio di Shackleton al Polo Sud, di Alfred Lensing

hamsun, vagabondi

Data pubblicazione: 1911

Editore:Houghton Mifflin Company

Valore 1° edizione:  800 euro

Lansing racconta l’impresa leggendaria del famoso esploratore Sir Ernest Shackleton: attraversare a piedi il circolo polare antartico, una delle più grandi imprese dei tempi moderni.

Era il 1° agosto del 1914 quando ventisette uomini salparono sull’Endurance, una splendida goletta concepita per la navigazione tra gli iceberga, alla volta dell’Antartide. Lo scopo della spedizione era di attraversare via terra il continente antartico da est a ovest. Ma a sole ottanta miglia dal Polo, l’Endurance rimase intrappolata nei ghiacci del mare di Weddell e venne trascinata verso nord-ovest dalla deriva del pack. Il 21 novembre del 1915 la nave, non resistendo alla pressione della banchisa, sprofondò nel ghiaccio, costringendo Shackleton ad un trekking estremo sui ghiacci del Polo Sud e ad una incredibile lotta per la sopravvivenza in uno dei luoghi più inospitali della Terra.

Datemi Scott a capo di una spedizione scientifica, Amundsen per un raid rapido ed efficace, ma se siete nelle avversità e senza apparente via d’uscita, inginocchiatevi e pregate Dio che vi mandi Shackleton.

9. Vagabondi, di Knut Hamsun

hamsun, vagabondi

Data pubblicazione: 1927

1° edizione italiana: Arnoldo Mondadori Editore

Valore 1° edizione italiana:  10 euro

La parola originale norvegese utilizzata da Hamsun per il titolo di questo romanzo uscito nel 1927, Landstrykere, significa più viandante che vagabondo. Anche se, a leggere questo capolavoro del nomadismo, in effetti non c’è molta differenza.

Il libro di Hamsun racconta la vita di due giovanissimi marinai norvegesi, Augusto ed Edoardo, che navigano di porto in porto, di fiordo in fiordo delle isole Lofoten alla ricerca di buona pesca ed espedienti per sopravviver, arricchirsi ed accrescere la loro ambizione di ritornare come profeti nei piccoli villaggi di pescatori da cui sono salpati.

Così si misero d’accordo, e i due compagni Augusto ed Edoardo caricarono le pelli sulla barca, presero le provviste e veleggiarono verso Stokmarknes. A dire il vero, avrebbero dovuto avere più uomini in una barca così grande, ma il tempo era bello, era estate ed essi non avevano paura di nulla.

10. Le passeggiate del sognatore solitario, di Jean-Jacques Rousseau

rousseau

Data pubblicazione: 1778

Editore: vari

Valore 1 edizione:  NA

La raccolta di passeggiate del filosofo Rousseau è un grande itinerario di meditazione e riflessione sulla sofferenza psichica dell’intellettuale, ma anche e soprattutto l’ennesima conferma di quanto camminare aiuti a conciliare i pensieri e metterli, in qualche modo, in ordine. A qualsiasi età.

In queste passeggiate il filosofo, ormai ritiratosi dal mondo nella quiete agreste, si abbandona alla gioia della contemplazione del mondo , del sogno ad occhi aperti. E come mi sento in sintonia con lui quasi trecento anni più tardi. Le passeggiate sono intrise di esistenzialismo: non a caso è uno dei primi testi in cui si utilizza l’aggettico romantico per definire un paesaggio.

 

Non posso meditare che camminando. Non appena mi fermo smetto di pensare, la mia testa non procede che con i miei piedi.

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