10 luoghi indimenticabili dove fare campeggio libero

Wild camping, ovvero campeggio libero.
Con la tenda, con una semplice tela cerata, oppure solo con il sacco a pelo steso a terra.  Uno degli argomenti preferiti di discussione tra backpacker è certamente quello dei luoghi più affascinanti dove si è campeggiato.
In questo articolo vorrei indicarti i dieci più belli dove ho avuto la fortuna di trascorrere la notte: quando viaggio da solo, adoro scovare posti ameni e solitari per mettere la tenda. Quel brivido di sentirmi da solo esposto alla animalesca e leale natura mi fa sentire vivo e finalmente sicuro di me. Troverete la montagna e la spiaggia, ma soprattutto aree decisamente isolate, posto che al giorno d’oggi esista qualcosa di veramente isolato.
Rileggendo l’articolo, noto come non debba essere una casualità che in questa lista ci siano insieme il luogo più basso di tutti gli Stati Uniti e quello più alto, a poche decine di chilometri di distanza l’uno dall’altro.
Molti altri meriterebbero di essere in questa lista (di certo ogni notte trascorsa sul Pacific Crest Trail è un inno al campeggio libero) ma ho cercato di variare un po’ sia per tipologia che per geografia. E non potevano mancare le montagne italiane, a me sempre tanto care.
Se ti capita di viaggiare in queste destinazioni, beh, tienili presenti!

1. Horseid Beach, isole Lofoten

Mai come in questa spiaggia delle isole Lofoten ho percepito in modo così potente, e per certi versi inquietante, la precarietà del mio passaggio sulla terra. Ecco, persino i più solitari viaggiatori a Horseid si sentiranno tanto, troppo soli.
Come arrivare: attraversa tutta la spiaggia fino a raggiungere una piattaforma sicura e al riparo dall’alta marea: un gruppo di scogli ricoperti di terra ed erba dove puoi mettere la tenda.
Lasciati percorrere dall’energia ancestrale delle divinità nordiche: sentirai nel vento il respiro di Ymir, nel boato delle onde oceaniche la potenza di Odino e nelle falesie strapiombanti che circondano la baia noterete forse il sorriso folle e spaventevole di Loki.

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2. Mojave National Preserve, Stati Uniti

Del deserto del Mojave parlo spesso in questo blog: l’ho incontrato più volte nelle mie escursioni californiane, ma di certo attraversarlo a piedi è una esperienza che rimane impressa nella mente.
È uno dei luoghi più inospitali della Terra, con temperature che superano i 50° C di giorno e scendono anche sotto lo zero di notte; senza alcuna possibilità di trovare un po’ d’acqua.
Ma trascorrere la sua notte fredda e silenziosa ammirando la volta stellata, disturbati solo dal fruscio della vita che si risveglia dopo essere sfuggita all’arido e polveroso giorno, ha qualcosa di mistico.
Nella distesa inospitale della Death Valley, oppure nell’arido Devil’s Playground – il campo giochi del diavolo – e delle sue dune di sabbia che cantano, o nelle pianure rocciose circondato dalle piante di Yucca, non dimenticare che il puma è il tuo spirito guida e i serpenti possono indicarti la strada. Goditi la pace interiore di Mojave e, soprattutto, ricordati l’acqua.

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3. Valle del Cotopaxi, Ecuador

Il vulcano Cotopaxi è un vulcano attivo di 5,897 metri, nella Sierra Settentrionale delle Ande ecuadoregne. Si trova ad una cinquantina di chilometri da Quito, nei pressi della città di Latacunga, base di partenza per chi desidera effettuarne l’ascensione. Il suo tipico profilo a cono di gelato è di bellezza stordente, da qualsiasi prospettiva ci si fermi ad ammirarlo. La valle che si estende a nord per decine di chilometri ai piedi del vulcano è un luogo di meravigliosa e totalizzante quiete. Si raggiunge con un cammino di 15 chilometri dall’ingresso del parco su una strada sterrata percorribile anche in auto (è possibile ottenere un passaggio dalle numerose vetture che accompagnano gruppi di turisti fino al rifugio Josè Rivas che si trova a 4,900 metri slm). Avrai sotto i piedi un tappeto di morbido paramo: ti sembrerà quasi di essere sdraiato sull’ovatta. Cavalli selvaggi si rincorrono nella prateria mentre le aquile cara cara volteggiano in cielo al crepuscolo.
Con il sole che tramonta alle tue spalle, vedrai la parete settentrionale del vulcano tingersi di rosa e la neve sulla sommità sembrerà poco più di una spolverata di zucchero a velo.
Cerca di scegliere una notte di luna piena: rimarrai sveglio per ore ad attendere quel momento in cui la luna si troverà posizionata esattamente sopra la caldera del vulcano, quasi ad essere la testa di una divinità gigantesca. Comprenderai così il significato del nome Cotopaxi: ‘collo di Luna’ in lingua quechua.

TIP: Se sei appassionato di montagna, anche senza particolare esperienza, prendi una guida per salire in vetta: si tratta di un percorso piuttosto semplice, anche se gli ultimi 400 metri di dislivello sono sul ghiaccio e dunque è necessaria l’attrezzatura adeguata e procedere in cordata.

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4.  Mount Whitney Trail Camp, Stati Uniti

Ho inserito in questa lista Mount Whitney non certo come luogo solitario: nonostante gli accessi siano limitati, ogni estate orde di escursionisti si affollano sulla sua cima, posta a 4,421 metri di altezza. È piuttosto semplice capire come mai questa montagna sia così popolare: Mount Whitney è il monte più alto negli Stati Uniti occidentali e rappresenta insieme il portale di accesso alla Sierra Nevada dall’arido ecosistema desertico del Sud della California; inoltre l’ascesa alla vetta non comporta alcun tipo di difficoltà, se non quella ovvia della respirazione molto più faticosa a queste quote. Inoltre, è una tappa obbligata del John Muir Trail, il trekking più famoso della California che ogni anno attira decine di migliaia di backpacker o presunti tali. (e le loro montagne di cibo e attrezzature di ogni tipo).
Pertanto il Trail Camp, a 3,700 metri di altitudine, diventa una tappa quasi obbligata per accamparsi prima dell’ascesa finale, anche per un necessario acclimatamento a queste altitudini.
Tra le rocce del plateau del vecchio ghiacciaio oramai scomparso e la neve che si accumula nell’ombra delle rocce, potrai trovare molti spot ideali per mettere la tenda.
Non preoccuparti del vicinato e lasciati rapire dall’immensità delle pareti di roccia che vi sovrastano: Mount Muir, Mount Irvine, Mount Russell tutti ben al di sopra dei 4,000 metri.
Uno scenario alpino di incommensurabile ricchezza.
Eppure, c’è un momento alle prime luci dell’alba, poco prima che il sole si alzi per davvero, mentre smontate il campo con la frontale accesa; ebbene, in quel momento, in cui la notte ha ancora il dominio sul giorno, ti sentirai davvero parte della grandezza della Natura, anche se solo a pochi metri da te sentirai la zip di una tenda e l’inconfondibile sibilo di un materassino che si sgonfia.

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5. Rio Paine, Torres del Paine, Cile

All’interno del parco di Torres del Paine nella Patagonia Cilena, la valle del Rio Paine offre davvero spunti interessanti per un campeggio. Sebbene il wild camping sia vietato dai ranger di uno dei parchi più famosi al mondo, nessuno mi ha ripreso quando mi sono trovato costretto ad arrangiarmi a causa di un piccolo disguido al Campamento Seron – di cui magari racconterò in un post dedicato, che doveva essere la prima sosta del mio trekking sul Circuito W.
La zona migliore e più riparata dal vento che soffia sempre fortissimo in Patagonia si trova ad un paio di chilometri dal campamento Seròn, allontanandosi dal percorso ufficiale nei pressi di una ansa a gomito del Rio Paine che lo allontana dal sentiero. Inoltrati nella pianura ricoperta di morbida steppa patagonica in direzione del lago in cui il rio Paine si getta, basteranno poche centinaia di metri per entrare nella Natura più selvaggia e trascorrere un tramonto leggendario a guardare i robusti cavalli cileni rincorrersi in un polveroso svolazzo di fiori di campo.

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6. Parco nazionale del Triglav, Slovenia

Altro spot di bellezza sorprendente si trova nel Parco del Monte Triglav in Slovenia; in particolare nei pressi di Dvojne Jezero, il ‘lago doppio’. La salita da Ukanc sul lago Bohinj è piuttosto dura – come tutte le salite slovene – con pendenze superiori al 30% in certi punti. Ma una volta oltrepassato un primo lago (Lago Nero) ti inoltrerai in un paesaggio da documentario: distese variopinte di molteplici tonalità di verde, giardini sbocciati in fiori di un giallo confortante, l’acqua dei due laghi che brilla come argento. Dormirai circondati da foreste di conifere, con la visita dei cervi che vengono ad abbeverarsi nel lago proprio di fronte alla tenda.

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7. Parque Rural de Anaga, Tenerife

Tenerife isola magica, con così tante anime. Tanto chiassosa nei pressi di Los Cristianos quanto hippie tra i surfisti di El Medano, è nel Nord dell’isola che offre ai bakpacker il meglio di sé. Il Parque Rural de Anaga è così unico che è difficile da raccontare. Sebbene il wild camping sia sconsigliato, diciamo così, è molto difficile incontrare turisti da queste parti soprattutto alla fine dell’autunno.

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8. Cima Cece, Catena del Lagorai

Una delle zone più isolate e sfidanti delle nostre Alpi è certamente la catena del Lagorai. Cima Cece con i suoi 2,754 metri è la cima più alta di tutta la catena del Lagorai e fa da spartiacque tra la Val di Fiemme e la Valle del Vanoi.
Proprio sotto la cima, sono presenti delle trincee ancora ben conservate della Prima Guerra Mondiale. Ho messo la tenda proprio sopra una di queste fortificazioni, in una giornata autunnale calda e senza nuvole, sentendomi garantito in caso di maltempo improvviso dalla presenza di rifugi di fortuna che avrebbero potuto ripararmi.
Ho trascorso una notte magica, di silenzio totale che mi ha suggerito riflessioni profonde, pensando a chi dormiva quassù oltre un secolo fa senza l’attrezzatura ultraleggera e comodissima che porto con me.

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9. Laghetti di Ercavallo, Alpi

Ho passato alcuni anni a Ponte di Legno e conosco la parte bresciana del Parco dello Stelvio davvero molto bene, in particolare le Alte vie Camune che ho percorso più volte.
Nonostante siano sentieri piuttosto turistici d’estate, in autunno diventano così poco frequentati che non è raro percorrerli nella interezza senza incontrare anima viva.
L’escursione parte direttamente dal centro di Ponte di Legno, risalendo per Pezzo e per il magnifico borgo di Case di Viso è in grado di soddisfare ogni tipo di escursionista, ma è soprattutto dopo aver abbandonato il Rifugio Bozzi in direzione del Corno Tre Signori che si riesce ad assaporare al meglio la schiettezza genuina di questa sezione delle Alpi.
La quiete notturna sarà assoluta e incorruttibile, cullati dal leggero sciacquio del lago e con la compagnia delle marmotte curiose che si avvicinano senza timore a caccia di cibo.

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10. Roda di Vael, Gruppo del Catinaccio

E chiudo la triade delle montagne italiane con questo incantevole pianoro proprio sotto la Roda di Vael, nello scenografico Gruppo del Catinaccio in Val di Fassa.
Sebbene questo spiazzo si trovi a meno di venti minuti dall’omonimo rifugio, si trova in una posizione magnifica sotto le falesie del Diavolo e della Roda di Vael, completamente riparato dal vento e con una vista a perdita d’occhio sulle valli sottostanti.
È stata la prima volta in tenda per mia sorella, che ho immortalato nella foto, e forse per questo la ricordo in modo particolare.

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Ecco completata la lista dei miei luoghi del cuore dove ho messo la tenda. Come già detto in apertura, ce ne sarebbero altri dieci dove ho trascorso momenti intensi, a pieno contatto con la Natura. Come quella volta nella Sierra Nevada quando un branco di cervi ha praticamente spazzato via la mia tenda, o quella notte in cui – per fortuna assieme ad altri backpackers -sono stato assalito da un leone di montagna. Ma queste sono solo altre storie da raccontare, prima o poi.
Se hai voglia di raccontarmi le tue esperienze di campeggio libero lascia un commento!

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