Alfama: cosa fare (e dove mangiare) nel quartiere più antico di Lisbona
Ebbene sì, anche in una delle principali mete turistiche d’Europa si possono trovare angoli #farfromanyroad, lontani da tutto e in grado di conservare l’anima più spontanea e genuina dei suoi abitanti.
Parlo dell’Alfama, il quartiere più antico e di certo più autentico di Lisbona. E non obiettate che oramai anche l’Alfama si è trasformato in una trappola per turisti. In questo post troverete una serie di suggerimenti interessanti per scoprirne la personalità e viverlo proprio come un autentico alfacinha.
Descrivere l’Alfama mi richiede di usare un po’ di romanticismo: una finestra sul fiume Tago, una gonna lunga stesa ad asciugare, una soglia di granito sbrecciata dove sedersi per un momento a riposare. Perdetevi nel gomitolo di strade che scendono come rivoli dai fianchi della collina, lasciatevi intrappolare dal labirinto malinconico dell’Alfama, osservatene la caotica confusione dei tetti. E magari godetevi un bicchiere di vino e un ‘bom dia’ offerto da un occasionale passante, lasciandovi incantare dalle struggente poesia del Fado che magari intonerà per voi.
Indice dei contenuti
1. Un po' di storia
2. Il tram 28
3. Il castello di São Jorge
4. A zonzo per l'Alfama
5. Affamati? Brunch da Augusto Lisboa
6. Street Art
7. Miradouro de Santa Luzia
8. Cena da Lisboa Tu e Eu 2
Un po’ di storia
Edificato su un pendio racchiuso tra la collina del Castello di São Jorge e il Fiume Tago, Alfama è il più antico quartiere di Lisbona.
Il nome del quartiere deriva dall’arabo Al-Hamma, che significa “sorgenti calde”. Furono i Mori a dare vita a questo quartiere suggestivo. Nell XI secolo, durante il periodo della dominazione musulmana, vi si trovava la Qasba, il centro del potere politico-militare della città che all’epoca si chiamava Al-Ushbuna. E molti rimandi della cultura musulmana si ritrovano ancora oggi.
Snodo cruciale dello sviluppo dell’Alfama è il 1755, l’anno del terribile terremoto che distrusse la città di Lisbona. In virtù della sua posizione elevata, Alfama si salvò dalla distruzione del maremoto e mentre il cuore della città si spostava progressivamente verso ovest, dando vita al quartiere di Baixa, il quartiere si popolava di pescatori e operai, povera gente per cui la condivisione e l’accoglienza erano i cardini dello sviluppo della comunità.
Alfama è stato l’ultimo barrio a godere dell’opera di riqualificazione dei quartieri storici iniziata dal Comune negli ultimi anni, fattore che gli ha permesso di conservare il tipico aspetto da villaggio di pescatori, attraversato da un dedalo di vicoli stretti e lastricati, archi orientaleggianti e scalinate che si aprono su scorci di intensa bellezza e deliziosi cortili dove i bambini si rincorrono giocando a nascondino.
Proprio come a Genova o Napoli, vicoli stretti e case addossate l’una all’altra ne disegnano la fisionomia, tanto quanto gli anziani del quartiere che passano gran parte della loro giornata sugli usci delle porte delle loro case chiacchierando coi vicini, incuranti del tempo scorre e del flusso vorace dei turisti che vorrebbero in qualche modo derubarne l’anima.
Il tram 28
Il quartiere dell’Alfama si sviluppa su un pendio, è un continuo saliscendi di viuzze e scalinate in grado di mettere alla prova anche i camminatori più resilienti. Dunque non è solo per motivi di folklore cominciare la visita dell’Alfama con una corsa sul leggendario 28, il tram che collega i principali quartieri della città ma che deve la sua fama appunto ai passaggi nel dedalo di vicoli dell’Alfama, dove si transita così vicino agli edifici da poter tranquillamente toccarli con la mano dai finestrini, e i marciapiedi sono così stretti da costringere i passanti a schiacciarsi contro i muri o ripararsi negli ingressi delle case per non venire travolti al passaggio sferragliante delle vetture.
Se a prima vista potrebbe sembrare la classica attività da turisti, in realtà il viaggio sul tram 28 conserva un fascino vintage, soprattutto nei momenti della giornata poco affollati – la mattina prima delle otto e la sera dopo il tramonto. Per questo alzatevi presto e cercate di essere a bordo prima delle 8 per godervi il viaggio con i locals e l’atmosfera rilassata di una città che si sveglia tardi e comincia la giornata con sorniona lentezza. Comodamente seduti sulle panchette di legno osserverete le botteghe di frutta e verdura esporre le merci più fresche, gli anziani abitanti del quartiere mettersi in coda dal fornaio e i bambini camminare in fila sul marciapiede per andare a scuola.Non importa a che altezza del tragitto siete saliti, rimanete a bordo sino al capolinea nella deliziosa piazza Martim Moniz, da dove potrete raggiungere la vostra meta successiva, il Castello di São Jorge.
Nota: Il tram 28 è reso tristemente famoso anche dai borseggiatori che con grande sagacia infilano le mani nelle tasche dei turisti che in piedi sono spesso costretti a tenersi stretti con entrambe le mani allle maniglie per mantenere l’equilibrio messo a dura prova dalle numerose e improvvise frenate. Fate attenzione!
Il Castello di São Jorge
Il castello di São Jorge è sicuramente uno dei luoghi più emblematici della tradizione portoghese, per la storia e per la sua posizione dominante sulla collina più alta di Lisbona. Edificato dai Visigoti, il castello fu fortificato dai Mori nel XI secolo a scopo difensivo e non di residenza. I nobili che vivevano nella cittadella si sarebbero rifugiati all’interno solo in caso di attacco. Il castello conobbe il suo maggior splendore dopo la conquista da parte dei Cristiani nel 1147, perchè il primo Re del Portogallo ne riadattò la struttura per viverci assieme alla corte e al vescovo della città. Nei secoli successivi ospitò la famiglia reale ed era il fulcro della vita nobile.
I numerosi terremoti contribuirono al suo progressivo decadimento fino al terremoto del 1755 che lo distrusse assieme alla città. Fu ricostruito nel 1938 dal dittatore Salazar.
Per questo non è rimasto molto da vedere oggi; non ci sono sale arredate o camere chiuse. La bellezza di questo complesso è nella struttura che si scopre passeggiando tra le varie aree accessibili e camminando sulle torri in cima alle mura, godendosi una vista impagabile che spazia a 360° sul fiume Tago e sui tetti dei quartieri sottostanti.
Per raggiungerlo da Martim Moniz dovrete risalire circa cento metri di dislivello con una piacevole passeggiata – andate la mattina evitando le ore più calde della giornata.Per informazioni sugli orari e acquistare il biglietto online potete andare sul sito ufficiale cliccando qui.
A zonzo per l’Alfama
Dopo la visita al castello, vi resta ancora un po’ di tempo prima di pranzo. É il momento da dedicare al cammino. Immergetevi nel labirinto di vicoli acciottolati senza preoccuparvi di dove state andando. Perdere l’orientamento è molto facile, i punti di riferimento si confondono nei dislivelli degli edifici e nei cortili segreti.
Lasciate andare i pensieri e concentratevi sul pavè scuro che luccica come di pioggia, sui colori degli edifici e delle ceramiche che ne incorniciano le porte di ingresso, sull’odore dolce del pane in cottura o su quello del baccala messo a mantecare. Camminate senza fretta e senza preoccupazioni: esplorare l’Alfama è una grande occasione per migliorare la vostra consapevolezza.
Godetevi un pastéis de nata seduti ad un tavolino traballante, facendo attenzione a non esporvi troppo dal marciapiede se vi trovate in prossimità delle rotaie del tram!
Affamati? Brunch da Augusto Lisboa
Sono già passate le 13 ed è arrivato il momento di mangiare qualcosa. Oramai il vostro appetito sarà stato ampiamente stimolato dalla camminata e dagli odori intensi provenienti dalle numerose cucine del quartiere.
Bene, il vostro indirizzo di riferimento è Augusto Lisboa (Rua Santa Marinha 26, Alfama).
Ho notato questo caffè-ristorante già nel mio girovagare della prima ora, in una stradina lontana da quelle più turistiche e a rischio fregatura. Mi aveva colpito la fila ordinata di giovani in attesa sul marciapiede fin dalla colazione. Da Augusto non è infatti possibile prenotare un tavolo, ma anche l’attesa può diventare piacevole se avete voglia di chiacchierare con la multietnica clientela del locale.
Una volta varcata la soglia d’entrata di questo edificio rosa, vi troverete in un ambiente in cui spiccano la genuinità e la freschezza del cibo, con toast preparati al momento che sono vere e proprie opere d’arte; e del servizio, con piatti e posate finemente intarsiati e decorati a mano.
Tutto ispira socialità nell’unica sala con la cucina a vista: sarà il pavimento di deliziosi sanpietrini rosa, sarà l’arredamento orientaleggiante in cui domina il verde di felci e cactus, sarà il sorriso dei ragazzi che ci lavorano in grado che ti fanno sentire come un amico invitato a condividere la gioia della loro casa.
TIP: provate il toast al baccalà con pane integrale. Qualcosa di sublime!
Nei vicoli alla ricerca della Street Art
Come in molte altre città europee, anche a Lisbona negli ultimi anni la street art è dilagata per interpretare al meglio l’anima della città. Se infatti all’inizio del millennio l’amministrazione comunale si mostrava piuttosto dura con questa forma di arte ritenuta illegale, oggi è possibile realizzare murales praticamente ovunque, a patto di presentare il progetto creativo ed ottenere l’approvazione da un ufficio dedicato al decoro urbano.
E non sarete certo sorpresi dallo scoprire che proprio all’Alfama si trovano le opere d’arte più interessanti, rese ancora più preziose dal contesto intimo e quasi secreto in cui sono state dipinte.
Alcuni tra i più interessanti sono dedicati al Fado e alla sua più famosa interprete Amália Rodrigues. Uno molto bello si trova in Calcada do Menino Deus ed è stato realizzato dall’artista Vhils utilizzando un acciottolato di sampietrini a riprodurre il volto della cantante.
Un altro piuttosto curioso si trova vicino alla Cattedrale Sé de Lisboa: una serie di cavalieri verdi si inseguono sulla balaustra interna di un cortile.
Miradouro de Santa Luzia
Il Miradouro de Santa Luzia è indiscutibilmente uno dei luoghi più suggestivi di tutta la città. Il suo pergolato sostenuto da colonne di ispirazione bizantina, il giardino di bouganville in fiore e le azulejos, le tipiche piastrelle di ceramica dell’architettura portoghese; tutto si fonde in un caleidoscopio di colori che impreziosiscono un panorama già di per sé magnifico.
Non è solo la vista impagabile sul fiume Tago e sui tetti rossi dell’Alfama; è il terrazzo stesso a raccontare una storia di romanticismo e passiore. Prendete per mano la persona che amate se avete la fortuna di essere in due, o lasciatevi tormentare dai malinconici ricordi per chi è oramai solo un’ombra nel cuore, proprio come il fado racconta.
Visitatelo di giorno: lo troverete affollato di turisti e giovani musicisti di strada con una chitarra e una bottiglia di vino da condividere, mentre il classico fischio del tram vi riporterà alla caotica confusione del quartiere. Poi tornate al tramonto, quando le luci delle case si accendono e le grandi navi da crociera attraccate sul fiume si preparano ad accogliere i loro ospiti per la cena: allora sì che lo spettacolo di questo luogo magico vi lascerà senza fiato.
Cena da Lisboa Tu e Eu 2
Per la cena vi suggerisco una tasca portoghese davvero caratteristica: Lisboa Tu e Eu 2 (Escadinhas das Portas do Mar 4, 1100-119 Lisboa). Questo ristorante con pochi tavoli si trova a pochi metri dalla cattedrale Sé. Nascosto su una scalinata stretta nel vicolo Afonso de Albuquerque è piuttosto difficile da trovare; il che è un vantaggio perché lo preserva dall’invasione di turisti.
Sin dall’ingresso verrete rapiti dall’atmosfera di sagra di paese che si respira all’interno: la sala è piccola, quasi claustrofobica con le pareti completamente ricoperte di scritte dai mille colori che gli avventori lasciano al temine della cena. La musica diffusa – una miscellanea che spazia dal rock anni 70 a scelte più contemporanee – rende piacevolmente caotico comunicare.
E il cibo… Tutto quello che ho mangiato era delizioso, molto saporito come nella migliore tradizione portoghese. Il menù varia ogni sera anche se il baccalà la fa da padrone: io ho assaggiato delle squisite crocchette e di seguito il polipo con patate, il tutto annaffiato da un ottimo vino della casa. A fine cena, in attesa di pagare il conto vi verrà offerta la Ginja, il tipico liquore di ciliegie portoghese. Uno shottino che non si rifiuta mai!
Come per Augusto Lisboa, un luogo dove sentirsi in compagnia di amici anche se si viaggia da soli come me.
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