10 canzoni per chi viaggia da solo ( e quando dovresti ascoltarle)

La musica è una parte imprescindibile del viaggio, ne sono fermamente convinto.
La vita all’aria aperta va assaporata nella sua pienezza, certo: per esempio io adoro trascorrere la prima ora di cammino al mattino presto ascoltando i rumori del bosco che si risveglia, e la musica è orchestrata dagli uccelli, dal fruscio delle foglie degli alberi mosse dal vento, dal metronomo perfetto del picchio che scava le cortecce.
Eppure, per quanto sia ricca e straordinaria la varietà che la natura propone, arriva sempre il momento in cui sento il bisogno di musica: mi aiuta a distrarmi dalla fatica, a scandire il passo sul sentiero, ad elaborare in modo costruttivo i ricordi tristi che spesso mi travolgono.
Per chi viaggia da solo la musica fa qualcosa di più: è la compagna di cui a volte sentiamo il bisogno, il tramite con quello che abbiamo lasciato a casa, la cura per sfuggire alla malinconia della solitudine.
Queste sono i miei suggerimenti: 10 canzoni per chi viaggia da solo.
Viaggiare da soli, camminare da soli soprattutto: una lunga seduta di psicoterapia, e la musica si sostituisce al terapeuta, nel modo intimo di chi vi conosce profondamente.E se poi anche non dovessero sciogliere tutte le nostre insicurezze, non ci resterà altro da fare che cantare a squarciagola. Nei boschi difficilmente qualcuno potrà lamentarsi.

1. Far from any Road, The Handsome Family

Artista:  The Handsome Family

 

Data pubblicazione: 2003

 

Album: The Singing Bones

 

Da ascoltarenel deserto!

Per varie ragioni non potevo non cominciare dalla canzone che ha ispirato il mio blog. Opening track della maestosa serie True Detective, ha un testo di complessa ed affascinante interpretazione, pur nella sua brevità.
La mia è che si tratti di una intensa storia d’amore.
Sin dalll’inizio (‘from the dusty mesa‘) è chiaro che il set è quello del deserto: è giorno, la voce maschile è alla ricerca di una particolare specie di cactus che fiorisce raramente, per poche ore all’anno. Finalmente lo scorge circondato da una pianta di creosoto, velenosa, e si ferisce nel tentativo di scostarlo.
Nella seconda strofa, cantata al femminile, è la notte a dominare la situazione e la scena si fa più ambigua ed esoterica. La donna viene a trovarsi in prossimità della stessa pianta che ha fatto tremare e sanguinare la mano dell’uomo – di cui non sappiamo più nulla. Ferita e avvelenata dal creosoto sente le forze abbandonarla/o e la morte sopraggiungere. Ma il dubbio sovviene: e se si trattasse della stessa unica persona?
In ogni caso, la legge del deserto fa il suo corso, e i predatori della notte sono pronti a trascinare via le ossa rimaste.
L’ultima strofa completa la lettura metafisica della storia: se i due protagonisti si fossero incontrati in un altro luogo la loro ricerca interiore si sarebbe potuta concludere in un modo diverso?

2. Like a Rollin’ Stone

Artista:  Bob Dylan

 

Data pubblicazione: 1965

 

Album: Highway 61 Revisited

 

Da ascoltarea bordo strada facendo l’autostop

Pietra miliare della musica folk e icona della rivoluzione hippie, Like a rolling stone è una canzone di incredibile intensità anche se il legame con il viaggiare è più che altro figurato. Il testo, di poetica e struggente intensità, racconta della caduta senza redenzione di una giovane donna, da cui l’autore si è sentito tradito.

Una ragazza che veniva da una buona famiglia, che aveva frequentato scuole prestigiose e che aveva un brillante futuro davanti ma che, senza saperlo, era sull’orlo di un baratro. In molti hanno provato ad avvisarla, ma nella sua incoscienza li ha ignorati tutti, preferendo scambiare tutti i doni che il destino le ha concesso per una vita piena di apparenza e divertimento. E ora è una sconosciuta, senza una casa, che deve preoccuparsi per il prossimo pasto, sola come una pietra che rotola.

Questo dice il poeta in una delle molte strofe della canzone.
A me piacciono i sassi, ciascuno con la sua forma, la sua personalità e i suoi colori. E in una pietra che rotola io ci leggo un messaggio di speranza. Anche nel momento più triste, nella solitudine più totale, a furia di rotolare forse finiremo per trovare un po’ di pace.

3. Spanish Caravan

Artista:  The Doors

 

Data pubblicazione: 1968

 

Album: Waiting for the Sun

 

Da ascoltarein Andalusia!

D’argento e d’oro si colorano le montagne spagnole. Devo vederle e rivederle di continuo.
Un inno alla ricerca della felicità. Nel tempo, nel viaggio, nelle persone o… in Spagna! Ma come? I testi di Jim Morrison non parlano solo di droga, sesso e robe hippie? Certo, molti critici hanno interpretato anche il testo di Spanish Caravan come un inno subliminale allo sballo.
Bah. Io penso che se vi trovaste sulla costa dell’Andalusia a guardare verso l’oceano, con un bicchiere di vino rosso e questa canzone nella testa con il sottofondo delle onde, potrete davvero vedere un vecchio galeone spagnolo di rientro da Acapulco che veleggia nella vostra direzione, spinto dal vento di nord ovest.

4. Society

Artista:  Eddie Vedder

 

Data pubblicazione: 2007

 

Album: 

 

Da ascoltareleggendo Into the Wild

Un riff di chitarra che scalda il cuore fin dall’inizio, accompagnato dalla struggente voce di Vedder: un conforto in una sera fredda davanti ad un fuoco che accende la notte scura.
Colonna sonora di Into the Wild, indimenticabile adattamento cinematografico della storia di Chris McCandless e della sua morte in Alaska, Society è a mio avviso un inno disperato contro la solitudine più che un attacco alla società capitalistica e consumistica.
Certo non si può negare che molti stringano un patto indissolubile con l’avidità e il possesso; e chi non riesce a conformarsi è destinato a rimanere emarginato ai bordi della società. Ma io penso che la vera lettura della canzone vada ricercato più nell’insegnamento che Chris ci ha tramandato. Ovvero che la felicità non dipende dall’ambiente o dal contesto in cui ci troviamo, ma soltanto da noi, da quanto riusciamo ad essere consapevoli del bello che ci circonda anche nelle piccole cose, e condividerne il più possibile la gioia con gli altri.
Recentemente ho letto il libro di Carine McCandless, la sorella di Chris, che racconta quanto Eddie Vedder fosse emozionato sul set del film e colpito personalmente dalla sfortunata fine di suo fratello.

5. The Passenger

Artista:  Iggy Pop

 

Data pubblicazione: 1977

 

Album: Lust for life

 

Da ascoltarein treno, in aereo, in nave. Quando guardi fuori dal finestrino.

Brano iconico della intramontabile ‘iguana’ del rock, The Passenger è di certo una canzone che ha molto a che fare con il viaggio, in un senso profondo e interiore. Il brano assume la necessità e la volontà innata dell’uomo di scoprire la realtà circostante. Il testo racconta di un viaggio intrapreso dal protagonista attorno al mondo per goderne le bellezze e le diversità, un viaggio che gli permette di osservare i suoi simili, di avvicinarsi agli ultimi nei bassi fondi della città, e contemplare la vastità dell’oceano e della natura.
È un sentimento in qualche modo ispirato dall’esistenzialismo di Sartre e Camus: accorgersi e godere di quello che ci circonda quando non siamo noi a guidare, quando metaforicamente abbandoniamo il controllo e ci concediamo, appunto, solo di guardare.

6. Live while you can

Artista:  Pennywise

 

Data pubblicazione: 2018

 

Album: Never gonna die

 

Da ascoltarequando superi i 20 km di trekking

Non c’è dubbio alcuno. Questa è la canzone da ascoltare mentre si cammina, in quelle lunghe giornate di trekking dove tutto comincia a sembrare noioso, il sole troppo caldo, ogni chilometro uguale al precedente. Mettete i Pennywise al massimo nelle cuffie e cominciate a cantare a squarciagola: ‘Ho una bomba che fa tic tac nella mia testa, ho una bomba che fa tic tac nella mia testa…’
Riceverete un boost di endorfine incredibile!
Certo, dovete essere consapevoli e presenti nel momento, non fate come me. Più volte mi sono accorto che la urlavo nei pressi di luoghi in cui il silenzio è importante: una volta mi sono accorto che ero nei pressi di un cimitero dove si stava svolgendo un funerale. E io gridavo: Devi vivere quando puoi, devi vivere quanto puoi.
TRA-VOL-GEN-TE.

7. Dig up her bones

Artista:  The Misfits

 

Data pubblicazione: 1997

 

Album: American Psycho

 

Da ascoltarese il viaggio sembra piatto e poco avventuroso

Ecco, non lo dovevo aprire il capitolo punk. Che io poi nemmeno me la sono mai fatta la cresta colorata. Il chiodo sì, e i capelli lunghi da metallaro. Ma questa canzone dei Misfits ha una tale quantità di energia da far sembrare quella di prima un canto da pastorale, sin da quel primordiale ululato iniziale.
Il significato? Eh ma… sono i Misfits. Che importa il significato.
Anche se, ecco, se proprio lo volete sapere. Un uomo è disperato per aver perso la donna amata. Attendere il ricongiungimento eterno in paradiso è troppo difficile: così decide di prendere la strada più semplice. Ovvero andare al cimitero con una pala.

8. Where at night the wood grouse plays

Artista:  Empyrium

 

Data pubblicazione: 1999

 

Album: Where at night the wood grouse plays

 

Da ascoltaredi notte nella foresta oscura

Uno sconfinamento nel folk metal con una canzone che da sempre riesce a tranquillizzarmi nei momenti più bui e solitari del cammino. A differenza delle canzoni precedenti, un pezzo che difficilmente troverete in una playlist di Spotify – non credo raggiunga i mille ascolti totali, di cui un buon centinaio sono miei.
Testo breve, un paio di strofe appena, per raccontare la leggenda del gallo cedrone, impossibile da avvistare ma in grado di tenere compagnia al vagabondo perso nella foresta con il suo canto notturno.
Una canzone in grado di far sembrare la solitudine non così terribile. Persino i più solitari tra i viaggiatori possono trovare compagnia tra i folletti e le altre creature che popolano la foresta.

9. Adam’s Song

Artista:  Blink-182

 

Data pubblicazione: 1999

 

Album: Enema of the State

 

Da ascoltarequando ti sembra di non farcela.

Sono stato combattuto sul fatto di inserire questa canzone nella lista. Ma in fondo è la mia lista, e questo brano suona a ripetizione nelle cuffie in ogni trekking che faccio. Nonostante sia piena dell’energia sguaiata che i Blink-182 portano in dote, Adam’s Song è uno dei testi più profondi che abbia mai ascoltato.
Il testo è piuttosto semplice: parla di un adolescente che sta affrontando la depressione e la scelta di togliersi la vita, mettendone in fila in modo quasi didascalico i pensieri.
Come lo farò? Come starà mia madre? Mi dimenticheranno in fretta? Chi si prenderà le mie cose?
Eppure nel ritornello finale sembra esserci una luce in fondo al tunnel.
Il mondo è grande, il mio tour è finito. E sono sopravvissuto.
Ogni volta che l’ascolto sento un brivido percorrermi la schiena, pensando ai miei 16 anni e a quando il mondo sembrava grande per davvero e non vedevo l’ora di andare a prendermelo, ma la paura di non essere adeguato, sembrava altrettanto grande da togliere il fiato.

10. Land of the Dead

Artista:  Summoning / Eldamar

 

Data pubblicazione: 2006

 

Album: Otah Bound

 

Da ascoltarenei pressi dei cimiteri del Nord Europa

 

Altra cavalcata epic metal di una intensità pazzesca, di durata superiore ai quattordici minuti nella versione più ingentilita degli Eldamar.
Usando sapientemente la poetica tolkieniana, i Summoning ci accompagnano attraverso la Terra dei Morti, un luogo di non esistenza e quiete che tramortisce. Nemmeno la luce della Luna rischiara la notte eterna dove tutto è immobile.
Ok, il testo è decisamente inquietante… ma non preoccupatevi della voce gutturale che si armonizza con la musica. Godetevi piuttosto il lungo coro finale, un concentrato di poesia cantata.

1 Comment

  1. Angel Navejas

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