COME SONO DIVENTATO 'L'ALCHIMISTA' DEL PCT
Agua Dulce (Miglio 455)
Anche Paolo ha finalmente il suo trail name.
Ci è voluto un po’ di tempo, oltre 400 miglia, ma ne è valsa la pena di aspettare. Il soprannome che gli è stato affibbiato – o sarebbe meglio dire donato – è davvero carico di significato e decisamente azzeccato. E soprattutto gli piace da matti, gli ha dato una ricarica di energia in un momento difficile e faticoso sul trail, come ne capitano spesso.
Ecco la storia di Paolo esattamente come me l’ha appena raccontata!
Io e ‘Jack Attack’ conosciamo gente
Sono stati giorni un po’ difficili per me gli ultimi, le scarpe sono distrutte e non ne avrò un altro paio a disposizione prima di un centinaio di miglia almeno, i piedi dolgono molto e ho sentito per la prima volta lo scoramento di non farcela.
Mi trovavo con i piedi ammollo in un minuscolo fiumicciatolo assieme a ‘Jack Attack’, un altro hiker più o meno coetaneo (leggi il post dedicato agli over 50 sul PCT), su un tratto di sentiero vicino ad un campeggio attrezzato e dunque piuttosto frequentato anche da escursionisti a passeggio per un day hike.
Molti ci oltrepassavano rapidi, osservandoci con curiosità e un semplice cenno di saluto.
insieme a Jack Attack
Ad un certo punto veniamo raggiunti da una coppia che si ferma in prossimità del creek e vedendoci stanchi e affaticati ci dona alcuni snack che portavano con loro, praticamente senza nemmeno presentarsi.
Lui in particolare mi è parso subito un tipo interessante, con i capelli lunghi e quell’aria magica dello stregone, una specie di Gandalf californiano. Ci troviamo subito in grande sintonia ad affrontare temi che mi stanno molto a cuore: sostenibilità, riduzione dei consumi e delle spese energetiche. Sotto lo sguardo attento di Jack Attack, continuiamo a parlare per un po’ di alimentazione e di abitudini che stanno cambiando: viene sempre meno la disponibilità al sacrificio ed esperienze come il Pacific Crest Trail sono davvero una palestra per allenarsi al sacrificio e a rinunciare a certe comodità ‘domestiche’ per ritornare all’essenziale e sentirsi in piena sintonia con la natura meravigliosa.
Come sono diventato l’alchimista
Mi presento con il mio nome, e lui pare stupito che non abbia ancora un trail name. Ho camminato molto in solitaria, questo il motivo per cui non c’era stata ancora una vera occasione di farlo. Mi guarda in tralice e pare pensieroso, come a studiare bene la mia personalità per trovare un ricordo nella sua testa che rappresenti questo Paolo venuto dall’Italia e lo trasformi nella sua nuova trail identity.
E infatti dopo poco mi dice: ‘E lo acceresti il trail name da me?’
Gli rispondo che sarei felice di sentire la sua proposta.
‘Tu ti chiami Paolo – comincia – e mi ricordi moltissimo il personaggio di un libro di Paulo Coelho. Ti sei fatto da solo molta della attrezzatura che hai con te, sei interessato alle proprietà delle piante, hai quel che di riflessivo di chi cerca un significato più profondo nelle cose. Poichè non ricordo il nome del personaggio in questione, ti battezzo con il titolo the libro, ‘The Alchemist’.
L’alchimista.
Rimango un attimo a pensare, colpito dalla proposta, ma ne sono davvero felice in realtà.
È forse un nome un po’ pretenzioso, che mi vergogno quasi a dire ora che devo cominciare a presentarmi così’, però io mi ci ritrovo veramente tanto perchè mi sento in via di trasformazione su questo sentiero magico e ricco di ispirazione. Forse è il Pacific Crest Trail il vero Alchimista, perchè è lui che mi sta trasformando.
La coppia poco dopo riprende a camminare, lasciandomi in dono un trail name da cui mi sento davvero rappresentato e con tanta energia positiva per rimettermi sulla pista.
2 GIUGNO 2022, THE ALCHEMIST
da buon alchimista mi sistemo il plantare in modo originale
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