FUOCO E CALDO TUTTO INTORNO, BRUCIA LA CALIFORNIA

Burney, miglio 1,410

Dopo aver abbandonato la Sierra Nevada, Mattia ha ritrovato di nuovo un compagno che pensava di aver oramai lasciato indietro sul trail: il caldo. Feroce e secco, in grado di scatenare incendi e devastazione purtroppo oramai un’amara e non desiderata consuetudine nel nord della California.

“Io odio la California!”
Più di una volta in queste ultime settimane mi sono ritrovato a urlare  queste parole, specialmente quando il caldo si faceva soffocante o quando per miglia e miglia non vedevo altro che alberi bruciati.
Sono arrivato nella parte settentrionale della California dopo aver attraversato quell’Eden che è la Sierra Nevada: il sentiero si attesta a quote inferiori anche se sempre in ambienti montani. Luglio porta con sé le ondate di calore, quelle cattive, quelle che in pianura fanno oltrepassare ampiamente i 40 gradi. E io che pensavo che dopo il deserto il caldo fosse solo un lontano ricordo… che illuso!
Sierra City è uno stop per quasi tutti gli hiker ma, avendo cibo a sufficienza, ho deciso di proseguire senza perdere tempo in direzione di Quincy. Ho deciso così di affrontare in tarda mattinata la salita di 800 metri di dislivello subito dopo il paese, si tratta della prima (e più breve) delle tre grandi salite che caratterizzano questo tratto di sentiero, tutte quante esposte a sud per la gioia del sottoscritto. Per fortuna in questo primo tratto le foreste non mancano.

(Nota di italian supertramp) in questo tratto di foresta poche miglia a nord di Sierra City mi hanno sparato nel 2015, se vuoi saperne di più clicca qui)

sierra city

Le cose cambiano all’altezza del miglio 1,240 circa quando comincia la sezione bruciata l’anno scorso dal Dixie Fire. Il 22 luglio completo la discesa per arrivare al Middle Fork Feather River, un fiume che scorre in fondo a una profonda valle (1400 metri di dislivello prima in discesa e poi in salita). Sono le 15 quando arrivo al fiume a 900 metri di quota con temperature che superano abbondantemente i 30 gradi, ho deciso di fermarmi tentato dalle acque del fiume e ne è valsa la pena! Il resto del pomeriggio l’ho trascorso in ammollo nelle pozze fresche o a dormire all’ombra degli alberi per fortuna risparmiati dal fuoco e ancora verdi. La mattina dopo basta partire a camminare alle 4 per completare la salita prima del caldo e il gioco è fatto!
La storia però si ripete all’altezza di Belden, situata a 700 metri di quota e con una salita di 1400 metri e 10 miglia subito dopo! Per fortuna c’è il fiume, un miraggio dopo ore passate a camminare sotto il sole tra alberi bruciati. Il giorno dopo partenza nuovamente alle 4 e anche questa sfida è completata.

Fuoco cammina con me

Il Dixie fire ha bruciato un tratto di Pacific Crest Trail di oltre 100 miglia, per fortuna non sempre in maniera irrecuperabile.
Non avevo mai provato l’esperienza di camminare così a lungo in una foresta bruciata di recente, nemmeno negli scorsi mesi qui sul PCT mi era capitato, le aree bruciate di solito risalivano ad anni precedenti e se recenti si trattava di sezioni molto brevi. Ho notato che ci sono vari livelli a cui una foresta può bruciare: se il fuoco è magnanimo passa veloce e scotta solo la base degli alberi, ma questi sopravvivono e perciò l’aspetto generale è piuttosto verde, nel caso intermedio il fuoco è più intenso e anche se la chioma viene risparmiata dalle fiamme il fusto brucia abbastanza da indebolire la pianta che muore dopo poco tempo, in questo caso si attraversano zone in cui le piante sono completamente secche e con gli aghi ancora attaccati ma che piano piano cadono al suolo. Nel peggiore dei casi il fuoco è così intenso che brucia totalmente la chioma, lasciando solamente dei pali neri in piedi in mezzo ad un mare di cenere. Il paesaggio è surreale, così monotono e silenzioso! Ad attraversare una foresta bruciata si comprende quanti suoni ci siano in un bosco normalmente, questi suoni scompaiono del tutto e lasciano spazio a un silenzio sconcertante, che incute quasi timore. La cenere al suolo si alza in nuvole di polvere ad ogni passo e penetra attraverso la tomaia delle mie scarpe con il risultato che a fine giornata i miei piedi sono per metà neri.

lassen forest fire

L’oasi di Chester

Il paese di Chester è una felice parentesi in questa desolazione, arrivo nel pomeriggio e dopo una spesa veloce mi reco al parco cittadino dove gli hikers possono accomodarsi gratuitamente per la notte, il posto è super accogliente: bagni pubblici, una Hiker box e un fiume dove potersi tuffare, cosa si può desiderare di più? La mattina un abitante del paese si presenta al parco popolato da una dozzina di hikers con la colazione! Uova strapazzate, patate arrosto, salsicce, succo di frutta, caffè, latte, fenomenale! Tutto ovviamente donato a noi poveri camminatori affamati, la gentilezza delle persone non si smentisce mai! 

Welcome to Lassen

15 miglia dopo Chester inizia il Lassen Volcanic National Park, un parco nazionale di grande interesse geologico che però richiede il bear canister se si vuole passare la notte dentro i suoi confini, ciò significa che bisogna attraversare le 19 miglia del parco in un solo giorno che diventano 25 se si vuole raggiungere una sorgente d’acqua prima di dormire, non male! La parte migliore del parco è stata la pausa pranzo al Lower Twin Lake, un lago così limpido che sembra di nuotare in una piscina: temperatura dell’acqua perfetta e fondo mai fangoso!
Old station, situata oltre il parco, segna l’inizio dell’Hat Creek Rim, una sezione di sentiero di 36 miglia che segue il margine di un plateau vulcanico con delle viste spettacolari ma con temperature atroci e acqua introvabile. Altra partenza alle 4? Esattamente! Il problema acqua l’ho risolto accettando di fare una ripida deviazione ad un ruscello (circa 100 metri di dislivello) che placa la mia sete dopo 8 miglia con più di 35 gradi e grazie alla cosiddetta “cache 22”: una grande cisterna d’acqua situata a metà strada che un locale mantiene per la gioia dei poveri Hikers, grazie infinite Jim!

PCT Hiker blog

Mi trovo a Burney ora, le temperature sembrano calare nei prossimi giorni ma ora il problema è un altro: le foreste non sono più solo bruciate, cominciano a bruciare anche ora! E spuntano le prime chiusure sul sentiero… vedremo come andrà, intanto mi godo il mio meritato giorno di riposo!

1 AGOSTO 2022, GLOWSTICK

pct mattia mandelli

Chi sono

Mi chiamo Mattia Mandelli e ho 23 anni. Sono una guida ambientale escursionistica con una grande passione per la natura e la montagna. Il PCT è il mio primo long distance trail.

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