su e giù per gli alti passi dellA SIERRA NEVADA!
Miglio 670 – Miglio 807
Kennedy Meadows non è soltanto nell’immaginario del thru-hiker la porta della maestosa Sierra Nevada, ma anche la fine del caldo afoso del deserto e della scarsità di sorgenti. D’ora in poi l’acqua non sarà di certo un problema!
Mancano circa 200 metri di quota al Pinchot Pass, dal cielo grigio cominciano a cadere leggeri i primi fiocchi di neve, io indosso già il piumino ma non è indispensabile, la neve è secca e il vento assente. La salita al passo è dolce e costante, non sento il freddo perché il mio corpo è scaldato dalla fatica della salita. Arrivato al passo mi ritrovo circondato da cime grigie su cui la neve comincia ad attecchire, intorno a me I fiocchi volteggiano leggeri, mi pare di essere in un film.
Così agognata nelle scorse settimane, tanto che a volte ho temuto che si trattasse solo di una illusione: questa è la Sierra Nevada! Il paradiso in terra che tutti raccontano non ha tradito alcuna aspettativa: acqua dappertutto, temperature fresche (a volte fin troppo!), paesaggi incantevoli sono le caratteristiche principali di questa sezione del Pacific Crest Trail. Raccontare tutto in un articolo è impossibile, cercherò di concentrarmi sui fatti salienti.
Kennedy Meadows e Mount Whitney
Arrivo a Kennedy Meadows celebrato dall’applauso del gruppo che affolla le scale di Grumpy Bear’s, leggendaria birreria californiana che ogni anno riempie di calorie gli hiker festanti e gioiosi per l’inizio della Sierra.
Speravo di trovare Elena, Paolo e Adolfo, la truppa italiana che è poco avanti rispetto a me, ma scopro che sono ripartiti il giorno precedente. Continuo ad avvicinarmi, quasi a sfiorarli, spero che il grande ricongiungimento avverrà prima della fine della Sierra.
KM si conferma quel grande delirio che mi avevano raccontato, hiker mischiati a locali che si ubriacano e ingurgitano i pancakes giganti del locale. Decido di non passarci la notte.
Dopo circa 10 miglia da Kennedy Meadows il sentiero si stabilisce tra i 2500 e i 3500 metri, non bisogna farsi ingannare dalle cifre però, a queste quote la vegetazione è ancora rigogliosa ed enormi pini si possono trovare fino alle quote più alte, complice il caldo clima californiano. Dopo 3 giorni si giunge a Crabtree Meadows, una prateria paradisiaca che rappresenta la base di partenza per l’ascesa al Mount Whitney che con I suoi 4425 metri è la cima più alta degli Stati Uniti eccetto L’Alaska. Sfortuna vuole che il giorno dell’ascesa il meteo sia tremendo! Non vi auguro di provare un vento a 60 km/h a 4000 metri con una temperatura attorno allo zero. Per fortuna il sentiero è piuttosto dolce, soprattutto per noi italiani abituati alle ripide salite alpine, e fino alla cima non perde la sua debole pendenza e sale sempre con numerosi tornanti. Arrivato in cima scopro che c’è segnale telefonico! Ne approfitto per una videochiamata con l’Italia, davvero un posto strano da cui chiamare!
Su e giù tra i passi della Sierra
La sezione seguente si può riassumere così: Sali una valle, scavalca il passo in cima posto a 3,600-4,000 metri, scendi dall’altro lato fino a congiungerti con la valle successiva, ricomincia da capo.
Tra tutti i passi dell’alta Sierra Mother Pass è stato il mio preferito, l’ho scavalcato il giorno stesso della nevicata sul Pinchot Pass, nel pomeriggio il meteo era migliorato e il sole splendeva. Questo passo presenta una salita super gentile con solamente un tratto ripido nell’ultimo chilometro, arrivare in cima è spettacolare, un teatro di cime, rocce e nevai ti circonda e sembra di essere su un altro pianeta.
La piaga delle zanzare
A partire da Glen Pass però comincia la piaga delle zanzare. Ho realizzato una cosa in questi giorni: le zanzare in Italia non sono neanche il 5% di quelle in Sierra Nevada, non mi lamenterò mai più di loro una volta tornato a casa. Qui non si parla di una puntura ogni tanto: se ti trovi nei paraggi di un fiume, un lago o una prateria e osi anche solo tentare di fermarti un momento verrai assalito da nuvole di decine e decine di piccoli mostri succhia sangue che sembrano programmati per distruggere qualsiasi essere vivente a sangue caldo. Vi giuro che non ho mai visto una cosa simile, un giorno in particolare non mi sono fermato più di 20 minuti in tutto durante la giornata e dopo aver percorso 30 chilometri alle 15 non ne potevo più, ho montato la tenda e non ne sono più uscito fino alle 8 del giorno dopo, circondato da un centinaio di fameliche zanzare.
Nonostante tutto mi sento ancora alla grande, non mi manca l’entusiasmo per andare avanti e sono felice di essere circondato da altri hikers che mi supportano nei momenti difficili. La Sierra Nevada non è ancora finita e c’è ancora molto da vedere!
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