la mia prima settimana sul pACIFIC cRESt TRAIL
Dal Terminus a Warner Springs (109 miglia)
Sono le 4.30 del mattino: è il momento di alzarmi e cominciare a preparare lo zaino. Sono preoccupato di poter dimenticare qualcosa di importante. Una volta arrivato al Southern Terminus non avrò più occasione di recuperare le cose che mi mancano. Sono sveglio già dalle 3, e non è solo colpa del jet lag: il pensiero di essere qua per davvero mi rende felice e nervoso al tempo stesso. Poi sento Paolo muoversi dall’altro lato della tenda e mi tranquillizzo. So di avere in lui un amico e un sostegno almeno per i primi giorni, ed è una grande fortuna. Ripenso a Federico che era qua da solo 7 anni fa, uno dei primi ad aprire la caccia al Pacific Crest Trail alla nostra generazione di camminatori italiani.
Giorno 1 – San Diego, miglio 0
Ora anche gli altri hiker che hanno ottenuto il pass di partenza per il 7 maggio come me cominciano a svegliarsi. Scout e Frodo, i ‘trail angel’ che ci hanno ospitato stanotte sono già al lavoro per preparare la colazione. Penso siano le persone più generose che abbia mai incontrato, ospitare e sfamare 20 persone al giorno gratuitamente e per 2 mesi non è da tutti.
Ognuno fa colazione a modo suo, chi mastica lentamente cercando di riprendersi dalla notte con poco sonno e molte ansie, chi si abbuffa velocemente per essere pronto a correre verso il suo destino.
È il momento di salire in macchina e dopo un’ora passata con gli occhi incollati al finestrino mi ritrovo quasi senza accorgermene di fronte al Southern Terminus, che segna l’inizio del Pacific Crest Trail, a pochi metri dal confine solido e un po’ inquietante con il Messico.
la partenza verso il Confine
Giorno 4 – Scissors Crossing, miglio 77
L’emozione che ho provato in quel momento è indescrivibile, dopo anni a sognare quel luogo finalmente ero lì. Sono passati appena tre giorni da allora, eppure sento che molte cose sono già cambiate attorno e dentro di me.
Il sentiero è davvero ‘godurioso’, per usare un termine caro a Paolo. Sempre ben tracciato, largo e morbido e con dislivelli mai impegnativi, soprattutto per noi europei, abituati alle salite sfibranti delle Alpi.
un sentiero davvero ‘godurioso’
In questi primi giorni sul sentiero ho avuto modo di familiarizzare con ambienti a me estranei: la macchia mediterranea (il ‘chaparral’) e il deserto. Devo dire la verità, questi ambienti mi affascinano un sacco! La tenacia che caratterizza gli esseri viventi che vivono in questi luoghi è ammirevole, basta pensare alla fatica che si fa a trovare l’acqua. Proprio l’acqua è l’ossessione più grande, è una presenza costante nella mente di noi hikers, insieme alle domande: “Dove sarà la prossima sorgente? E quella dopo? Quanta acqua devo trasportarne per non rimanere senza?”
Il meteo per fortuna è stato clemente, già dal secondo giorno le temperature sono calate e non superano i 20 gradi, complice anche l’altitudine sempre al di sopra dei 1000 metri. Anche con temperature così fresche però camminare nelle ore centrali del giorno è stato molto impegnativo, il sole altissimo nel cielo ha una forza incredibile, meglio perciò concedersi una meritata siesta nel primo pomeriggio.
wild camping dopo Lake Morena
Oggi sono arrivato a Scissors Crossing: un incrocio stradale in mezzo al deserto, e assieme ad altri hikers avevo intenzione di fare l’autostop per arrivare a Julian, un paese poco distante famoso sul sentiero per via della pasticceria che offre ai camminatori una fetta gratis di torta e un bicchierone di caffè americano! (curiosa combinazione alle 3 del pomeriggio)
Non c’è stato nemmeno bisogno di mettere il pollice all’insù: fermi all’incrocio c’erano due signori tipicamente americani con cappello e barba lunga che ci hanno gentilmente offerto un passaggio. Ci hanno raccontato di passare le loro giornate primaverili ad aiutare gli hikers che passano di lì, assicurandosi che le taniche di acqua poste nei pressi del sentiero in punti strategici siano sempre piene e disponibili per riempire le borracce.
N.B. Ne è valsa decisamente la pena, la torta di mele era deliziosa!
Julian: ci gustiamo la mitica apple pie
Giorno 7 – Warner Springs, miglio 109
Ho superato un traguardo importante: le mie prime 100 miglia e a questo punto posso dire a tutti gli effetti di essere un vero thru-hiker. Mi trovo a Warner Springs, il primo vero checkpoint per il resupply di cibo, molti hikers stazionano qui in prossimità del piccolo centro di raccolta per ritirare le loro hiker box. Ho lasciato Paolo più indietro di qualche miglio, credo mi raggiungerà insieme ad Adolfo nelle prossime ore.
Uno dei momenti che più mi ha colpito è stato attraversare le praterie intorno a Warner Springs in completa solitudine, si tratta di distese quasi pianeggianti ampie qualche miglio in cui si vede solamente erba secca a perdita d’occhio, qualche vacca al pascolo e un esile sentiero che le attraversa. La sensazione di solitudine in quei luoghi è estremamente emozionante: già da questo primo assaggio l’America mi sembra così vasta.
La cosa che però mi ha più sorpreso dell’America in questa prima settimana è stata la generosità nelle persone che ho incontrato: dalla premura che gli hikers hanno l’uno per l’altro alla disponibilità delle persone del luogo ad aiutare e a raccontare di sé. Forse è questo che rende il Pacific Crest Trail così magico, ancora più dei paesaggi e delle viste mozzafiato.
hikers sul trail
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